Xubuntu, ottima alternativa ad Ubuntu 11.04

Deluso dall’ultima release di Ubuntu, la 11.04, ho effettuato varie prove, passando da Kubuntu a Ubuntu con GNOME 3 (delusione ancor più grande), da Fedora 14 a Xubuntu 11.04, e ho trovato in quest’ultimo delle ottime qualità.

Uno dei punti forza di Xubuntu e sicuramente l’ambiente desktop XFCE, famoso per la sua leggerezza e semplicità, che però non vanno a discapito della bellezza: infatti il nuovo tema di Xubuntu, Greybird, risulta di gradevolissimo aspetto e molto rilassante per gli occhi.

Notevoli anche il boot, molto più veloce del fratello Ubuntu, e la reattività del sistema quando si lavora intensamente.

A mio avviso le uniche cose da sistemare sono la presenza di Abiword, ormai superato dall’ottimo LibreOffice che consiglio quindi di installare al suo posto, il task manager davvero poco intuitivo, che consiglio di rimpiazzare con il System Monitor di GNOME, e la dock in basso allo schermo che lascia un po’ a desiderare in aspetto.

Per il resto è una distribuzione davvero piacevole e semplice, c’è tutto il necessario per lavorare bene senza utilizzare eccessive risorse: da provare assolutamente!

Ecco il link per il download: http://www.xubuntu.org/get#natty

Unity e Gnome 3: che delusione!

Oggi ho deciso di installare il nuovo Ubuntu 11.04 e ne sono rimasto spiacevolmente sorpreso: un desktop poco intuitivo e confusionario, a volte fastidioso quando si cerca un’applicazione senza risultati immediati… A mio parere la nuova interfaccia Unity ha creato solamente scompiglio nella distro più intuitiva e facile per eccellenza.

Come un cane che va via con la coda bassa, ho cercato una via alternativa installando GNOME 3 su Natty, ma probabilmente ho fatto un grosso errore: anch’esso infatti è poco intuitivo e soprattutto terribilmente scarno nella grafica, il mio adesso sembra un computer in stile Windows 98 (non me ne vogliate…)

Credo che a questo punto la soluzione migliore sia rimanere con il buon vecchio ubuntu 10.04 o 10.10, altrimenti vi consiglio di installare il precedente GNOME 2.32 sul nuovo Ubuntu Natty, per limitare i danni.

Guida al partizionamento manuale di Ubuntu

Prima di installare una distribuzione Linux (nel nostro caso Ubuntu) è buona regola partizionare l’hard disk nella maniera giusta, in modo da avere un sistema meglio organizzato e pronto a lavorare al meglio.

In questo articolo vedremo in particolare come fare per separare il sistema operativo dai nostri dati, così da proteggerli in caso di crash o reinstallazioni del sistema operativo.

Ma partiamo dalle partizioni: in un hard disk ci possono essere al massimo 4 partizioni primarie che possono ospitare file, s.o. e dati in genere, non possono quindi contenere altre partizioni. Nello stesso hard disk ci può essere al massimo 1 partizione estesa (la combinazione max è quindi 3 primarie e 1 estesa) che non è adatta a contenere file ma solo altre partizioni, chiamate logiche (max 62) e che si utilizzano come quelle primarie. Aggiungiamo che Ubuntu si può benissimo installare in una partizione logica, al contrario Windows preferisce una partizione primaria e che sia anche la prima.

Torniamo a noi, e prendiamo in considerazione un’installazione di Ubuntu separando il sistema operativo dai programmi installati e dai nostri dati; facciamo un backup dei nostri dati e avviamo Gparted Live, oppure Ubuntu Live e apriamo Gparted. Eliminiamo tutte le nostre partizioni così da avere l’hard disk completamente libero, e iniziamo a creare le partizioni.

PRIMA PARTIZIONE (/)

E’ la partizione primaria che ospiterà Ubuntu, montata in / formattata in ext4 e grande 3-4 GB.

SECONDA PARTIZIONE (swap)

E’ la partizione primaria dedicata allo swap, memoria virtuale di supporto alla RAM. Nei computer di ultima generazione non è di grande importanza, comunque 512 MB-1 GB sono più che sufficienti.

TERZA PARTIZIONE (Estesa)

A questo punto con lo spazio rimanente creiamo una partizione estesa che ospiterà le tre seguenti partizioni logiche.

PRIMA PARTIZIONE LOGICA (/home – ext4)

E’ la partizione dedicata all’utente, al desktop e ai dati, quindi potete assegnarle quanto spazio volete (nel mio caso 6 GB).

SECONDA PARTIZIONE LOGICA (/usr – ext3)

E’ la partizione in cui vengono installati tutti i programmi che utilizziamo e che installeremo nel tempo. A meno che non utilizziate programmi di grosse dimensioni, 5 GB sono sufficienti.

TERZA PARTIZIONE LOGICA (/archive opp. /mnt/data – ext3)

Quest’ultima partizione è dedicata a tutti i nostri dati, backup..file di ogni tipo insomma. Possiamo dedicarle tutto lo spazio rimanente in modo da avere una bella fetta per i nostri video, foto, musica e quant’altro.

A questo punto applichiamo le nostre modifiche spuntando la “V” verde in alto di Gparted, attendiamo il termine della procedura e passiamo all’installazione, nella quale sceglieremo il partizionamento manuale e assegneremo alle partizioni corrispondenti i punti di mount di cui sopra (/, /home, /usr, /archive).

Una volta installato il sistema potrebbe capitare di non avere i permessi di scrittura su /archive e soprattutto su /mnt/data. Risolviamo aprendo il terminale e digitando questa riga di codice: sudo chmod 777 /mnt/data (opp. sudo chmod 777 /archive).

Così facendo abbiamo il nostro Ubuntu separato dai nostri dati, snellendo così le procedure di aggiornamento OS o di reinstallazione, che avverrà naturalmente sempre su /.


Quando la videochiamata Skype non funziona…

Stasera girando per il web ho notato che molti utenti Ubuntu (soprattutto con architetture a 64 bit) hanno problemi ad effettuare videochiamate con il celeberrimo Skype. Quello più diffuso: il nostro interlocutore ci vede benissimo, ma noi, al posto del nostro amico, vediamo la schermata bianca. Una seccatura bella e buona, infatti anche modificando tutte le impostazioni video di Skype il risultato non cambia; il problema più che nella webcam, sta nella compatibilità della ricezione video Skype.

Comunque la questione si risolve in pochi e semplici passi:

– Creiamo un file Gedit (Tasto destro > Crea documento > File vuoto) e chiamiamolo skype.sh

– Apriamolo e incolliamo queste righe:

#!/bin/bash
export XLIB_SKIP_ARGB_VISUALS=1
LD_PRELOAD=/usr/lib32/libv4l/v4l1compat.so skype
skype
exit

 

– Salviamo e chiudiamo il file. Clicchiamoci su col tasto destro e apriamo Proprietà, nella scheda Permessi spuntiamo la casella Consentire l’esecuzione del file come programma.

– Andiamo su Sistema > Preferenze > Menù principale > Internet > Skype > Proprietà (sulla destra) e alla voce Comando clicchiamo su Esplora e scegliamo il file Gedit appena creato…

…e il gioco è fatto!

Ora apriamo Skype e facciamo una bella videochiamata. Senza nessun problema questa volta 😉

Trasformiamo la connessione cablata in rete wifi!

Oggi ho scoperto, con stupore devo ammettere, che possedendo una connessione ad internet cablata possiamo rendere quest’ultima una connessione senza fili! Infatti basta un computer con scheda wireless integrata ed il gioco è fatto, la connessione con il cavo ethernet si diffonde in tutta la casa, dando la possibilità ad esempio di connettersi con il cellulare in qualsiasi momento vogliamo.

Il tutto (su Ubuntu) si risolve in pochi e semplici passi:

Apriamo il Network Manager da Sistema>Preferenze>Connessioni di rete e andiamo alla scheda “Senza fili”; ora clicchiamo su “Aggiungi” e impostiamo la nuova connessione.

– Diamo un nome alla connessione nel primo campo in alto e anche nella voce “SSID” (ad esempio Ubuntuadhoc) e spuntiamo la casella “Connettere automaticamente”

– Alla voce “Modo” scegliamo “Ad-hoc”

– Spostiamoci alla scheda “Impostazioni IPv4” e alla voce “Metodo” selezioniamo “Condiviso con altri computer”

N.B. Alla scheda “Sicurezza rete senza fili” create una password di protezione, a meno che vogliate essere gentili  😉

Dopo pochi secondi avremo una connessione wireless a tutti gli effetti, senza aver speso un euro per un nuovo modem wifi ^.^

Fuduntu: l’unione fa la forza

Ciao a tutti, oggi parleremo di una distro un po’ particolare, Fuduntu. Il nome dovrebbe essere evocativo, si tratta di Ubuntu…non proprio. Fuduntu è un remix della distribuzione Fedora 14 con alcune caratteristiche di Ubuntu, e ciò la rende adatta a chi fosse indeciso tra le due o a chi è amante di entrambe. Fedora oggi infatti è il maggiore concorrente di Ubuntu e l’affine Mint (secondo Distrowatch), è stabile, veloce, affidabile e bello esteticamente, per cui l’unione di questi due “giganti” potrebbe rivelarsi particolarmente azzeccata.

Ho provato sul mio portatile l’ultima release di Fuduntu (14.8) su live DVD; dopo il boot la schermata principale è questa:

L’ambiente desktop di default è GNOME, alla versione 2.32, mentre il kernel è il 2.6.38. Le icone sono quelle GNOME a differenza di quanto accade su Ubuntu e il tema ha un colore chiaro rilassante alla vista. Tra le novità vanno segnalate la presenza di Flash e i codec mp3 già installati, file temporanei e /var/log spostati sulla RAM e lo swappiness ridotto a 10.

Facendo un giro tra i menu notiamo i tools presenti su Ubuntu e alcune novità. Tra gli Accessori abbiamo un password manager per gestire le nostre password, Pidgin come client di IM, Thunderbird già installato (ottima alternativa a Evolution), un tool per il backup e uno per il bug reporting. Un’altra novità è la presenza di Jupiter, un tool di gestione CPU e prestazioni con un’ampia gamma di settaggio. L’ultima cosa, ormai scontata ma importante, tutto l’hardware è stato riconosciuto al volo.

Personalmente trovo questo remix molto valido, un mix di stabilità, prestazioni e semplicità che faranno fare sicuramente strada a Fuduntu. La trovata degli sviluppatori di unire il meglio di Fedora e di Ubuntu è sicuramente geniale, per adesso si tratta di aspettare un po’ e vedere se il progetto avrà fortuna. Potete scaricare Fuduntu a questo link sourceforge.net/projects/fuduntu/files, e dite pure cose pensate voi su questo progetto!

Liferea, un ottimo gestore di Feed RSS

Ieri ho scoperto questo utile programma che organizza tutte le sottoscrizioni ai Feed RSS in maniera molto semplice ed efficace. Infatti per non perderci tra la grande quantità di notizie che vogliamo seguire è importante avere un programma che gestisca i nostri flussi preferiti.

Per chi ha ubuntu Liferea è scaricabile da Ubuntu software center sotto il nome Lettore di notiziari Liferea.

Personalmente lo trovo molto pratico e facile da usare, con questo programma possiamo organizzare i nostri feed suddividendoli per argomento, creando cartelle personalizzate. Possiamo anche impostare la frequenza con cui aggiornare una sottoscrizione, cliccando con il tasto destro su di essa, nella sezione Proprietà. Inoltre se andiamo su Strumenti>Cartelle possiamo nascondere gli articoli letti.

Aggiorniamo a Ubuntu 10.10

Questo articolo è dedicato a chi già possiede una distribuzione Ubuntu nel suo computer (es. Lucid Linx) e vuole passare alla nuova Maverick Meerkat senza perdere i propri dati. E’ importante fare un backup prima di procedere nel caso riscontrassimo problemi, anche se questi sono piuttosto rari, infatti si tratta di un’operazione abbastanza semplice. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è una connessione ad internet e un po’ di pazienza.

  1. Per dare inizio all’aggiornamento premiamo ALT+F2, nella finestra che si apre scriviamo update-manager -d e clicchiamo Esegui spuntando su Esegui nel terminale.
  2. Si aprirà il gestore aggiornamenti e in alto facciamo clic su Esegui avanzamento, idem nella schermata successiva; ci verrà chiesta la nostra password e altre conferme, confermiamo 😀
  3. Quando i nuovi pacchetti sarannò installati ci verrà chiesto “Rimuovere i pacchetti obsoleti?” , clicchiamo su Rimuovi. Terminata questa operazione dobbiamo riavviare il computer.
  4. Durante il riavvio il pc controllerà i nuovi pacchetti installati per qualche minuto; al termine premiamo Invio e avremo il nostro Suricato pronto per l’utilizzo!

File, directory e volumi

In questo articolo vedremo come linux si comporta con i file, le cartelle (directory) e i volumi. Infatti linux si differenzia in modo sostanziale da windows sotto questo aspetto, perchè tratta ogni parte del sistema, anche i volumi e i dispositivi esterni, come dei file. Ciò comporta innanzitutto che il sistema non sarà identificato in C: nè esistono delle lettere per localizzare i volumi, bensì esistono delle directory. Quella principale è la directory “root” (simbolo “/”) che contiene tutti i file e anche i collegamenti ai dispositivi, sia interni che rimovibili.

Come abbiamo detto, infatti, anche dei semplici cd o schede di memoria sono trattati come files, che vengono “montati” non appena il sistema li riconosce. Va aggiunto che per eseguire su un dispositivo un’azione particolare, quale ad esempio la formattazione, questo deve essere “smontato”. La medesima operazione è necessaria per espellere o comunque staccare dei dispositivi.

Fortunatamente ubuntu ci semplifica la vita anche in questo caso, infatti possiamo usufruire del Gestore dischi (Sistema>Amministrazione>Gestore dischi) per avere una panoramica completa di tutti i dispositivi collegati al pc, e che ci consente di eseguire tutte le operazioni di gestione di questi ultimi.

Mattia A.

Primo approccio ad Ubuntu

Se l’installazione è andata a buon fine, al riavvio del computer si presenterà il bootloader, che vi darà la possibilità di scegliere l’eventuale sistema windows oppure ubuntu, scegliete ovviamente quest’ultimo 😀
Il primo avvio di ubuntu non è velocissimo in quanto vengono impostati i primi parametri dei programmi, ma superata questa “prima volta” i tempi di boot raggiungeranno i 30 secondi su un hardware recente.
La schermata principale che vi apparirà è questa:

GNOME è l’ambiente desktop predefinito di ubuntu, il quale permette di accedere alle applicazioni, alle risorse e al sistema tramite un pannello posto nella parte superiore dell schermo; in alto a sinistra troviamo invece vari applet, come il gestore delle connessioni, gestore bluetooth, gestore audio, chat, data e ora. Potete cliccare col tasto destro del mouse sul pannello superiore per personalizzarlo aggiungendo delle applicazioni tra le numerose disponibili.